Descrizione
EscursionismoSfruttando la vacanza a Roseto degli Abruzzi, da buon bresciano amante delle alpi, decido di salire la vetta Orientale del Corno Grande compiendo un giro ad anello che parte dai Prati di Tivo, passa per il Rifugio Franchetti e la Ferrata Ricci in salita e scende dalla parte opposta arrivando alla Sella dei due Corni per tornare infine al Franchetti
Parcheggiata l'auto ai Prati di Tivo prendo l'ovovia che conduce in poco tempo alla località Madonnina (2007mt). Continuo su una mulattiera che porta alla Valle delle Cornacchie e, tra grandi massi e parecchi tornanti raggiungo il Rifugio Franchetti (2443mt). Si deve superare anche un brevissimo tratto attrezzato ma il cavo serve per lo più da corrimano.
Giunto al rifugio in una cinquantina di minuti, posso ammirare l'attacco della ferrata che percorrerò: un taglio trasversale che segna la parete. Indosso il kit ed il caschetto e mi incammino per 5 minuti in direzione sud (lasciandomi il rifugio alle spalle).
Arrivo ai piedi della placca e subito sopra di me un paio di camosci mi guardano dall'alto. Questo primo tratto non è difficile, mai esposto e utilizzo il cavo solo per aiutarmi nella progressione. Finisce il cavo e risalgo alcuni detriti su sentiero fino ad incontrare nuovamente i cavi metallici.
Ora raggiungo la parte più ad est della via: si aggira uno spigolo un po' esposto (ma tranquillamente arrampicabile) ed in poco tempo raggiungo l'anticima nord dove termina la ferrata.
Proseguo risalendo alcune paretine incrociando sulla destra il sentiero che sale dalla via normale (anch'esso attrezzato in questo primo tratto), e presto raggiungo la Vetta Orientale del Corno Grande (2903mt, 1.50h circa dalla Madonnina).
In vetta mi raggiungono alcuni alpinisti che stanno tendando la traversata dei 3 Corni; un po' li invidio ...ma torno alla realtà e mi incammino per scendere dopo una buona pausa.
Il panorama, grazie anche alla giornata limpida, spazia tutt'intorno, da Campo Imperatore a sud al mare ad est; bellissimi gli appennini visti da questa prospettiva anche se non so dare un nome alle cime che vedo, non conoscendo la zona.
Torno sui miei passi scendendo fino ad incontrare il bivio (ora sulla sinistra) che porta al Ghiacciaio del Calderone: questo primo tratto è attrezzato, e, tolta una paretina di una decina di metri abbastanza verticale, la discesa non è difficile.
Terminata la parete i cavi finiscono e ci si trova sul fondo detritico del ghiacciaio. Essendo già agosto inoltrato non c'è alcuna traccia di neve se non in alcuni punti sempre in ombra, ben ancorata all'immensa parete nord del Corno Occidentale.
Seguo il sentiero che dovrebbe condurmi al bivio per salire il Corno Occidentale dalla normale, e superatolo, alla Sella dei due Corni per poi scendere al Franchetti, ma intravedo un sentiero che scende nel ghiaione e che porta direttamente al Franchetti.
Decido di scendere quindi per il ghiaione, ma forse non è stata una buona idea: la pendenza aumenta velocemente, il fondo è di terra dura coperta a tratti da sfasciumi e detriti non uniformi. La traccia si divide in mille vie e il risultato sono le ginocchia sotto sforzo e rischio scivoloni dietro l'angolo.
Arrivo quindi al rifugio Franchetti dove mi concedo una meritata pausa ed un buon pranzo (1.00h dalla cima).
Dal rifugio alla Madonnina (ovovia) seguo lo stesso itinerario dell'andata ed in circa 0.35h arrivo a destinazione.
Scheda tecnica
09/08/2023
Prati di Tivo (ovovia)
2903mt
EEA
(Vai a legenda)900mt
Salita: 1.50h
Totale: 3.30h
Caschetto, imbrago, kit ferrata
Nicola
Note
Bellissimo giro non troppo impegnativo in ambiente spettacolare; ero già stato sul corno Piccolo qualche anno fa e sono voluto tornare seguendo un'altra via appunto perché ero rimasto colpito dalla verticalità e imponenza della roccia che caratterizza il gruppo del Gran Sasso: meta obbligatoria per un amante della montagna. Se non si vuole prendere l'ovovia si può parcheggiare in località Sella di Cima Alta (1635 mt) seguendo con l'auto, dal piazzale dell'ovovia, una stradina a sinistra che conduce in breve al parcheggio (vedere la relazione al Corno Piccolo). È stato anche facile vedere i camosci: ne ho incontrati 2 all'attacco della ferrata e 2 scendendo verso l'ovovia. Alcune considerazioni sulle ferrate affrontate in giornata: la ferrata Ricci è una ferrata abbastanza semplice, escluso lo spigolo ed una decina di metri appena sopra di esso, il cavo può essere utilizzato solo come “aiuto” per i meno esperti. Stesso discorso per il tratto in discesa che porta al ghiacciaio del Calderone. Bisogna stare più attenti nei tratti non attrezzati a non scivolare sugli sfasciumi che il ghiacciaio lascia quando tutta la neve si scioglie. Per la discesa: si può anche scendere più facilmente a ritroso sullo stesso itinerario affrontato in salita. Nel complesso una bella giornata di sole, montagna e frèt per el let dato che ero in solitaria!
Traccia
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