Descrizione
AlpinismoSfruttando l'apertura fino a stagione inoltrata di molti rifugi nelle Orobie, programmiamo un giretto in Val Seriana.
In macchina saliamo fino a Valbondione e dopo una tappa al bar per il gratta e sosta, attraversiamo il paese fino al piccolo parcheggio in Località Grumetti (980mt).
Ci incamminiamo sul sentiero 305B, che ripidamente ci ricollega al più comodo 305. Passiamo la partenza della funicolare (1350mt) e seguiamo fedelmente il sentiero fino a circa quota 1600mt. Imbocchiamo alla sinistra il ripido 305A, che in breve sbuca all'arrivo della funicolare e da lì fino al Rifugio Curò (1895mt, 1.45h), dove pernottiamo.
La mattina seguente, di buon ora, costeggiamo il lago artificiale del Barbellino sul sentiero 308. Dopo circa 10 minuti, prima di un ponticello in legno, giriamo a destra seguendo le indicazioni del sentiero 321 per il Rifugio Tagliaferri. Ci inoltriamo nella Val Cerviera, ignorando le indicazioni per gli omonimi laghi e seguiamo i segni su alcuni massi per il nostro primo obiettivo di giornata, il Pizzo Recastello.
Intorno ai 2600mt il sentiero si fa più scomodo e prosegue per ghiaioni fino a condurci alla base di un camino. Grazie ad alcune catene superiamo questo breve tratto più verticale ed arriviamo ad una selletta, per poi proseguire in cresta alla nostra destra fino alla croce di vetta (2886mt, 2.15h).
Dopo un breve spuntino, scendiamo per la stessa traccia della salita. Arrivati sul ghiaione, cerchiamo di perdere meno quota possibile e cominciamo a tagliare a sinistra per ricongiungerci col sentiero che ci condurrà verso la seconda vetta di giornata, il Pizzo Tre Confini. La pendenza ed un po' di neve ben rigelata ci costringe ad indossare i ramponi. Superato un tratto più pendete, passiamo nei pressi di un laghetto e puntiamo all'ampia cresta che ci porterà fino in vetta al Tre Confini (2824mt, 3.30h).
Tolti i ramponi, proseguiamo lungo la cresta che ci separa dalla terza cima, il Monte Gleno. Restiamo sul versante destro, sgombro dalla neve. Non ci sono segni evidenti ma la traccia è intuitiva e non presenta difficoltà tecniche. Poco prima dell'ultimo tratto superiamo una decina di metri abbastanza esposti. Da qui non ci resta che arrampicare (I-II) gli ultimi più verticali metri che ci separano dalla croce di vetta (2883mt, 4.15h).
Sfruttando il poco spazio nei pressi della croce, ci concediamo uno spuntino per riprendere un po' le forze.
Riprendiamo il cammino sulla cresta in direzione della sella; inizialmente restiamo sul versante destro, poi, dopo aver calzato i ramponi, ci spostiamo sul nevoso versante nord ed in breve raggiungiamo la sella. Raggiungiamo la quarta ed ultima cima di giornata, il Glenino, da dove possiamo ammirare il panorama sulla imponente pala del Gleno.
Ritornati alla sella, scendiamo a destra lungo il ripido pendio innevato del ghiacciaio del Trobio.
Passati questi primi 100 metri abbastanza ripidi il cammino si fa più comodo e anche la neve man mano va scomparendo. Seguendo i numerosi bolli rossi, scendiamo la lunga Val Trobio, fino ad immetterci sul sentiero che costeggia il lago (1.30h dal Glenino). Comdamente in una mezz'oretta siamo di nuovo al Rifugio Curò dove ci aspetta un bel pranzetto.
Soddisfatti e con la pancia piena scendiamo in circa 1.15h alla macchina, percorrendo lo stesso sentiero fatto il giorno prima.
Scheda tecnica
11/10/2025
Valbondione (BG)
2886mt
F
(Vai a legenda)2200mt
Salita: 6.00h
Totale: 9.15h
(1.45h al Rifugio Curò; 4.15h da rifugio a Cima Gleno; 3.15h discesa)
Caschetto, ramponi
StefanoMatteoEdoardo
Note
Un giro lungo ed impegnativo, spezzarlo in due giorni dormendo e mangiando (bene) al bel Rifugio Curò ci ha permesso di goderci le prime ore del mattino senza levatacce. I tratti più impegnativi sono il camino per il Recastello, comunque ben attrezzato con alcune catene, ed il tratto finale della creta per il Gleno, esposto e con qualche tratto da arrampicare. Da non sottovalutare anche la discesa dalla sella: noi l'abbiamo trovata in ottime condizioni, visto le nevicate della settimana precedente. Da tutte le cime si gode di un bellissimo panorama sui giganti orobici: diavolo di tenda, Redorta e Coca in particolare. Anche il Bernina con i suoi ghiacciai sembra lì a portata di mano.